ORA DI PUNTA
Immaginiamo che anche i presidenti dell’Ordine dei Giornalisti e della Federazione della Stampa vedono in tv, tutte le tv, Rai in testa, i telegiornali e soprattutto i talk show costruiti ormai tutti sullo spettacolo avvilente di giovani cronisti e croniste che appostano o rincorrono politici e politicanti frettolosamente entranti o uscenti dai palazzi del potere, e tendono loro un microfono per implorare, ansimanti e petulanti, una risposta che non arriva, che non può arrivare, in quelle condizioni, in quel luogo, a domande improbabili su argomenti che richiederebbero tempo e una pacata argomentazione. Ma da questi ragazzi, spesso precari alle prime armi in cerca di una pacca sulla spalla e di un modesto gettone di collaborazione, il ben remunerato conduttore-mandante non aspetta risposte; anzi gioisce proprio delle non-risposte, dei silenzi imbarazzati, dei gestacci di diniego che l’operatore al seguito dell’affannato intervistatore-non-intervistatore riesce a immortalare e portare al montaggio del filmato che diventerà, agli occhi del telespettatore, un documento della spocchiosità della politica.
E’ un film che si ripete ormai più volte alla settimana e persino più volte al giorno, un film di mortificante accattonaggio mediatico che non può essere sfuggito a coloro che dovrebbero garantire la tutela almeno della decenza di questa professione. E quindi avrebbero il dovere di intervenire per porvi fine. Ma non prendendosela con quei poveri postulanti del microfono: bensì mettendo sotto accusa chi li manda ad elemosinare smozzicate e inconcludenti dichiarazioni o sdegnati dinieghi, da portare in redazione come scalpi di uomini bianchi scotennati da temerari incursori cheyenne.
1 commento
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Renato scrive:
15 Novembre 2013 a 20:03 (UTC 1)
Ineccepibile articolo che condivido pienamente; aggiungerei anche i radiogiornali che mandano in onda la domanda del giornalista di turno e la risposta testuale dell’intervistato: “Non ho niente da dichiarare”. Bell’esempio di aria fritta. Ma, per me, il vero accattonaggio mediatico è il bombardamento quotidiano di chi continua a sollecitare sms da 2 e 4 euro per questa o quella lodevole causa ben consapevole che si tratta solo di reperire fondi che non arriveranno mai ai destinatari se non in una minima parte e dopo che si saranno pagati i faraonici stipendi di chi ha fatto dei soccorsi umanitari e della ricerca il vero affare. Per non parlare delle compagnie telefoniche. Non escludo che l’argomento sia stato già trattato, non ho modo di saperlo. Grazie per l’attenzione.