Non è stata la Gran Bretagna né tantomeno il mio Paese di origine, l’Australia, ad alzarsi in piedi per proteggermi dalla persecuzione, ma bensì una nazione Latino americana coraggiosa e indipendente”. Julian Assange dixit subito dopo aver saputo della decisione del presidente dell’Ecuador, Rafel Correa, che gli ha concesso l’asilo politico.
Da due mesi il fondatore di WikiLeaks vive nell’ambasciata ecuadoregna a Londra e ha chiesto (e ricevuto) asilo politico per non essere estradato dal Regno Unito in Svezia, dove lo stanno aspettando per un processo in cui dovrebbe rispondere di accuse di stupro e abusi sessuali su due donne.
Ago
17
Assange, l’Ecuador come paladino delle libertà è surreale
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