E se, da esperti fotografi, non cercassimo nuovi soggetti,
panorami sorprendenti, visi perfetti,
canonicamente rispondenti al concetto di bello.
Se non fosse importante esaltarne la magia con insoliti giochi di luce.
Se diventassimo noi il folgore che si rifrange sulla superficie delle cose,
trasformando anche l’ insignificante,
il banale in straordinario.
Quello che lieve sfiora i volti della gente, illuminandoli in sorrisi.
Quel bianco dietro cui si cela ogni colore,
quel cielo dal cui ventre squarciato spiegano le ali infiniti voli variopinti.
Leggiadre danze coreografiche che celebrano l’ amore fra cielo e terra.
Se il cobalto della notte vestisse la nostra pelle,
e le sue fulgide stelle come swarovski brillassero fra le dita.
Se diventassimo l’ amore dietro ogni sguardo, ogni gesto.
La gratitudine che circonda di sè ogni dono,
la spinta vitale dietro ogni parola.
Se fossimo quella serenità che dà senso alla vita,
la nostra, e che prende per mano le altre
vestendole di lampo.
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