ORA DI PUNTA
Ora la domanda è: riuscirà la maggioranza degli italiani ad apprezzare ciò che è emerso dall’assemblea nazionale del Pd svoltasi sabato a Roma, e cioè che si conferma e si consolida l’esistenza nel nostro paese di un partito – l’unico finora – che affida la scelta dei suoi candidati, attraverso le primarie, ad una ampia consultazione, alla luce del sole e con regole condivise, aperta non solo ai propri militanti ma anche a tutti coloro che si riconoscono, almeno in gran parte, nella linea del centrosinistra? Poiché in questi giorni comprensibilmente, e nei prossimi mesi inevitabilmente, i titoli dei giornali e i talk show televisivi sono stati e saranno incentrati sui confronti tra i candidati alle primarie con le loro prevedibili asprezze, c’è il rischio che finisca in secondo piano o si dissolva il dato di fondo, e cioè che le primarie del Pd rappresentano la risposta più forte e più corretta al diffuso malcontento popolare per il distacco che si è andato creando tra i cittadini e la politica. In un paese in cui i partiti sono ormai delle strutture personali, identificate con il nome di un leader immutabile, che lo gestisce con criteri a volte padronali, averne uno che invece riesce a conservare e ampliare al proprio interno un confronto aperto, in modo che tutti possano discutere, dissentire o condividere le decisioni, diventa un bene prezioso da difendere e da valorizzare. Di ciò devono essere consapevoli tutti gli elettori, ma devono esserne consapevoli per primi gli stessi esponenti del Pd e i suoi candidati alle primarie. Per evitare che la polemica elettorale offuschi quella immagine e distrugga ciò che si è costruito.
1 commento
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Alessandro Lanteri scrive:
8 Ottobre 2012 a 21:52 (UTC 1)
Sono d’accordo!
Buone primarie e che le facciano tutti!