Con la decadenza di Berlusconi e la scontata vittoria di Renzi al congresso Pd si realizzerà tra poche settimane una convergenza impensabile: tutti i leader dei tre grandi partiti non siederanno in Parlamento. Il distacco tra ponte di comando e nominati sarà ancora più netto, e il contrappeso più squilibrato. E dopo due anni di governi non espressione del voto popolare e delle promesse elettorali, dopo il patatrac dell’elezione presidenziale, Camera e Senato sembrano due balene spiaggiate, nella deriva delle istituzioni. Ma tutti sanno (e molti sperano) che la prossima volta si voterà ancora col Porcellum, e il bicameralismo perfetto ci consegnerà un altro Parlamento perfettamente NON funzionante. Quello che è già adesso: due assemblee di nominati che si correggono le leggi a vicenda su input di leader esterni. La Costituzione non è così bella e intoccabile come vorrebbero farci credere i conservatori romantici, ma che sia questo tipo di Parlamento a metterci le mani è prospettiva che fa rizzare i capelli
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